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Montebore piemontese Presidio Slow Food 200g - Società Cooperativa Agricola Vallenostra

Prezzo: €11.70 Prezzo: €11.70
Il Montébore piemontese (che in questa pagina vi presentiamo in porzione da 200g circa) è davvero un prodotto fenomenale! Dal gusto complesso, ma allo stesso tempo delicato, è davvero ottimo da gustare a fine pasto grazie al suo gusto latteo e burroso che si differenzia nettamente dagli altri formaggi per un finale che ricorda la castagna e le erbe di montagna. È davvero l’ideale anche per arricchire delle sfiziose insalate. Il Montébore piemontese della Società Cooperativa Agricola Vallenostra è una vera squisitezza! È un formaggio davvero unico che è riuscito a sopravvivere al passare dei secoli e a superare dei momenti di difficoltà in cui ha rischiato di estinguersi per sempre. Questo formaggio prende il suo nome dall’omonimo paesino, frazione del comune di Dernice, della Val Curone in provincia di Alessandria, spartiacque tra le valli del Grue e del Borbera, in cui viene prodotto ormai da secoli. Viene prodotto utilizzando una miscela di latte crudo vaccino (70%) e ovino (30%), elemento che gli conferisce un sapore unico e inimitabile. La sua curiosa forma, che rassomiglia ad una classica torta nuziale a più piani, si pensa sia stata creata prendendo ispirazione dall’antica torre diroccata che si trova proprio nel castello di Montébore e viene creata sovrapponendo generalmente tre robiole dal diametro decrescente.   Il Montebore: la sua storia Formaggio dalla storia plurisecolare, si pensa che le sue origini si perdano addirittura nel Basso Medioevo, più precisamente nel IX secolo, e che siano da ricollegare all’arte casearia padroneggiata con grande maestria dai monaci dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Vendersi situata sul monte Giarolo. La produzione del Montébore piemontese, però, cessò improvvisamente nel secondo dopoguerra, periodo che vide una massiccia emigrazione dalle valli verso le città, fenomeno che rischiò di causare la perdita di tutte quelle tradizioni contadine che da tempo immemore erano ormai simbolo dell’identità di un intero territorio. Solo in tempi più recenti e più precisamente nel 1999 Maurizio Fava, responsabile del locale Presidio Slow Food, riuscì a rintracciare Carolina Bracco, ultima depositaria della ricetta e della tecnica casearia tradizionale, e a riportare infine il Montébore alla gloria di un tempo ridando linfa vitale alla sua produzione. La Società Cooperativa Agricola Vallenostra è stata la prima azienda produttrice in Italia, secondo il disciplinare, a commercializzare il Presidio Slow Food Montébore. Prodotto con latte crudo vaccino e ovino, subisce una coagulazione presamica a 35-37 gradi. Viene poi salato con sale marino di Cervia e in questa fase le formine, di diametro decrescente, vengono sovrapposte fino a formare la classica torta nuziale. Generalmente la "torta" ha 3 piani ma alcune volte viene prodotto anche con 5. Stagiona da 20 a 150 giorni assumendo consistenza sempre più corposa man mano che trascorrono i giorni. Il Montébore piemontese della Società Cooperativa Agricola Vallenostra è una vera squisitezza! È un formaggio davvero unico che è riuscito a sopravvivere al passare dei secoli e a superare dei momenti di difficoltà in cui ha rischiato di estinguersi per sempre. Questo formaggio prende il suo nome dall’omonimo paesino, frazione del comune di Dernice, della Val Curone in provincia di Alessandria, spartiacque tra le valli del Grue e del Borbera, in cui viene prodotto ormai da secoli. Viene prodotto utilizzando una miscela di latte crudo vaccino (70%) e ovino (30%), elemento che gli conferisce un sapore unico e inimitabile. La sua curiosa forma, che rassomiglia ad una classica torta nuziale a più piani, si pensa sia stata creata prendendo ispirazione dall’antica torre diroccata che si trova proprio nel castello di Montébore e viene creata sovrapponendo generalmente tre robiole dal diametro decrescente.   Il Montebore: la sua storia Formaggio dalla storia plurisecolare, si pensa che le sue origini si perdano addirittura nel Basso Medioevo, più precisamente nel IX secolo, e che siano da ricollegare all’arte casearia padroneggiata con grande maestria dai monaci dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Vendersi situata sul monte Giarolo. La produzione del Montébore piemontese, però, cessò improvvisamente nel secondo dopoguerra, periodo che vide una massiccia emigrazione dalle valli verso le città, fenomeno che rischiò di causare la perdita di tutte quelle tradizioni contadine che da tempo immemore erano ormai simbolo dell’identità di un intero territorio. Solo in tempi più recenti e più precisamente nel 1999 Maurizio Fava, responsabile del locale Presidio Slow Food, riuscì a rintracciare Carolina Bracco, ultima depositaria della ricetta e della tecnica casearia tradizionale, e a riportare infine il Montébore alla gloria di un tempo ridando linfa vitale alla sua produzione. La Società Cooperativa Agricola Vallenostra è stata la prima azienda produttrice in Italia, secondo il disciplinare, a commercializzare il Presidio Slow Food Montébore. Il Montébore piemontese, dalla consistenza corposa e dal sapore intenso e deciso, quasi piccante, oltre ad essere gustato su un prezioso tagliere di formaggi, può anche essere grattuggiato su carni fresche o sulla pasta oppure usato per condire le paste ripiene e gli gnocchi ed infine per mantecare i risotti. All'olfatto si percepisce un profumo vegetale di erba tagliata e speziato. Il colore della crosta varia da giallo paglierino a nocciola scuro, dipende dal tempo di stagionatura. La pasta, di colore avorio, è elastica, fresca e morbida. Ha un sapore lattico, burroso, leggermente acido e con sentori ercini e di castagne. Insomma, un prodotto davvero straordinario, per forma e per gusto, che non aspetta altro che essere assaporato per stupirvi.
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